giovedì 11 ottobre 2012

Piede Peso Presenza; riflessioni.


Piede Peso Presenza
Il mio “Essere nel mondo”

Riflessioni e spunti dopo un seminario di musicoterapia condotto Giulia Cremaschi Trovesi e Simona Colpani (F.I.M. Federazione Italiana Musicoteapeuti).


Chi sono io attraverso il mio corpo, i miei piedi, le mie mani, i miei occhi, le mie dita?
Che cosa raccontano di me?
Quale mondo mi portano?
Quale mondo mi prendo?
Quale mondo non mi prendo?

L’azione del toccare comprende l’essere toccato.

Non esiste attimo della nostra vita senza relazione con il mondo, con gli altri, con me stesso.

Toccare nell’essere toccato è l’emozione dell’esistere.



PIEDE – PESO – PRESENZA
(provate a leggerlo ad alta voce e sentirete il peso del suono della “p”)
I piedi sono il punto di partenza

L’equilibrio fisiologico dell’essere umano sta nell’uso della leva del piede.
Ci sono due opposti: il PESO (il peso che diventa “gabbia” di un corpo pesante, non inteso come grasso) e la LEGGEREZZA (un “librarsi” eccessivo che impedisce o che rende difficile il contatto con la realtà).
Questi due opposti corrispondono anche a due modi diversi di affrontare la realtà e di vivere le relazioni che i miei piedi nel movimento mi portano ad instaurare con gli altri.
Il peso indica il mio “esistere nel mondo”, il mio “esserci”.

Il camminare è uno spostare continuo del peso da un piede all’altro; camminare presuppone un “andare verso” o un “andare via” da qualcosa.
Camminare, quindi fare un passo dopo l’altro, ci permette di “misurare” lo spazio, la misura nasce dal confronto, dal mettere in relazione un prima e un dopo.
Per misurare devo mettermi in relazione con me stesso e con gli altri.
L’essere umano ha iniziato a misurare lo spazio con il passo, quindi con il proprio corpo.

Il gioco con i piedi porta alla misura dello spazio, del tempo e quindi al numero vissuto contato sulle nostre dita.

Io cammino, io ci sono, premo il piede e lascio un impronta, se guardo indietro vedo dove sono passato e se guardo davanti vedo la strada che ho ancora da percorrrere.

Lasciare la propria impronta permette di sentire il proprio peso nel mondo.
Il ritmo e l’improvvisazione musicale aiuta ad accogliere, perché accolto e riconosciuto, tutto ciò che il vostro camminare, saltare o fluttuare porterà.

Saltare, pestare e giocare con i piedi porta necessariamente a modificare la respirazione e quindi il tono emotivo.
Entreranno in gioco tutti i muscoli della respirazione (tutto il tronco) collegati con la muscolatura delle gambe.
Modificare la respirazione, prendere un respiro, prendere fiato, tirare un sospiro di sollievo (per poi ripartire) è utile per spezzare uno schema, modificare uno stato tonico emotivo già conosciuto.
Modificare la respirazione permette di cambiare l’espressione e il colorito del viso, il timbro, il ritmo e l’altezza della voce e abbassa notevolmente la tensione del collo, delle spalle e del diaframma.

Avere i piedi per terra permetterà anche alla persona che vi sta davanti di sentire se stessa e di fidarvi di voi e della vostra relazione.
Gli esseri umani si affidano se sanno che l’altro sarà in grado di accoglierli.

Quindi prima di ripartire, prendete fiato e poi tirerete un sospiro di sollievo!

Grazie per averlo letto.














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